Quando la cura di sè diventa un’ossessione

Follie e falsi luoghi comuni sulla cura di sé.

Negli ultimi anni si parla moltissimo di cura di sé. Ne parlano i giornali, i media, le riviste femminili e maschili.

Ne parlano estetiste, consulenti d’immagine, persone votate al salutismo. Ne parlano i medici. Ne parla chiunque, anche questo blog!

Cosa significa prendersi cura di sè?

E’ evidente che sia diventata un’ossessione, nel nostro tempo, la questione della cura di sé.

Così come un’attenzione maniacale nei confronti dell’igiene personale: siamo diventati ‘fobici’ nei confronti del nostro lato più ‘animalesco’ e naturale e non sopportiamo più i nostri odori, il sudore, il minimo senso di ‘sporcizia’?

Non tolleriamo nemmeno il contatto stesso con gli elementi naturali: ci difendiamo da una goccia di pioggia, da un raggio di sole, non usciamo se nevica, il vento ci dà fastidio…

A me sembra che, più che un messaggio di per imparare ad amare se stessi quello che ci inviano la società ed i mass media sia una preoccupazione eccessiva nei confronti della cura di sè, soprattutto nel senso dell’immagine personale. E ciò non è molto ‘sano’, né utile.

Si confonde la naturale attenzione verso se stessi con il controllo ossessivo nei confronti dell’estetica.

La pubblicità ci martella ogni giorno il cervello, inculcandoci la convinzione che la cura costante e quotidiana della nostra persona è quanto di più importante esista nella vita.

L’immagine, il look, il make up, lo stile individuale (che non è più l’emanazione della nostra personalità, ma l’espressione di una cultura massificata) determinano il nostro status sociale, l’identità personale e l’autostima.

L’invito, apparentemente innocuo e benevolo, a “prendersi cura di sé” ha un altro scopo: quello di insinuare che dobbiamo continuare a migliorarci, che possiamo e dobbiamo cambiarci, che non abbiamo fatto tutto il possibile per essere al top, che ci manca ancora qualcosa.

Questo messaggio, spesso subliminale, usurpa ogni giorno un po’ di equilibrio mentale, un pò di sicurezza in se stessi.

Questa strategia ha un fine ultimo, ovviamente: il consumo. In ogni momento ci viene data notizia di un nuova ‘diavoleria’ cosmetica: questa sì, cambierà in meglio la nostra vita.

Cambierà la pelle, i capelli, ci renderà più belli, più attraenti o più invidiati, anche solo per il fatto di possederla. Ci farà sentire meno soli, perché ci illude di esser parte di una ‘comunità’ virtuale.

La spinta a migliorare (naturale nell’essere umano) è quotidiana, incessante, opprimente. Nessuna meraviglia se ogni giorno sentiamo il bisogno di acquistare un nuovo oggetto o provare l’ultimo ritrovato.

E’ la ovvia conseguenza di queste spinte. Come il senso di frustrazione che ci assale una volta passata l’euforia del nuovo acquisto. Forse l’ultimo acquisto non era poi così diverso dagli altri….

Se la sicurezza personale si fonda per buona parte sull’immagine e sull’estetica, tutto ciò che rischia di turbare, guastare questo delicato equilibrio va rifuggito, ricacciato, cancellato, eliminato. Evitato.

Evito il sole che mi fa invecchiare, il vento che mi inaridisce la pelle, la pioggia che mi guasta la messa in piega. Evito di sudare, spolverandomi chili di cipria, perchè ‘non è bello’ avere il viso lucido.

Evito di sentire anche per un attimo l’odore del sudore perchè ‘se no pensano che non mi lavo’. Il cuoio capelluto non fa in tempo a rigenerare il sebo, perchè viene aggredito immediatamente dalla schiuma dello shampoo.

Un piccolo puntino sulla pelle non mi fa dormire la notte. Cosa ho sbagliato? Ho usato troppa o poca crema? Oggi i miei capelli erano troppo crespi? Cosa posso fare per ‘rimetterli in riga’?

E il profumo? Vogliamo parlare del profumo? Quello artificiale intendo. Ha sostituito totalmente l’odore personale, unico ed insostituibile, tanto che è diventato difficile ricordare la sua essenza…

Un attimo. Forse qualcosa non funziona, l’equilibrio è perduto: è il caso di re-immettersi nella ‘giusta rotta’, di riscoprire ciò che è davvero necessario, utile, ragionevole? Di riflettere su alcuni comportamenti che sembrano normali, ma hanno un po’ il sapore della follia?

Keep Calm – L’arte di prendersi cura di sè

 

Keep Calm - L'Arte di Prendersi Cura di Sé
Keep Calm – L’Arte di Prendersi Cura di Sé
My Life Edizioni

Prendersi cura di sè: pillole di buonsenso

Sfatiamo alcuni falsi miti sulla cura di sé e sull’igiene personale che attentano alla salute fisica e (soprattutto) mentale degli esseri umani del ventunesimo secolo?

  • La doccia tutti i giorni, o addirittura più volte al giorno, a meno che ti fai 10 km di corsa (tutti i giorni??) non è necessaria. Punto. E non fa bene alla pelle. Per una serena convivenza con gli altri esseri umani è sufficiente farla due volte alla settimana. Nessuno ti metterà in quarantena. Unica eccezione: quando sono 40 gradi all’ombra. Naturalmente, sai già quali parti del corpo è invece necessario lavare tutti i giorni, vero?
  • Lavare i capelli tutti i giorni non è il massimo per il cuoio capelluto. Lascia che l’olio naturale si riformi: farà un gran bene ai capelli. Lavarli due-tre volte alla settimana è sufficiente, a meno che tu non abbia i capelli molto grassi e con forfora. Un capello non perfettamente fresco di shampoo non ti condannerà all’isolamento sociale.
  • Lavarsi il viso più volte al giorno. E’ da folli e da ossessivi, anche se hai la pelle grassa. E soprattutto se usi detergenti sbagliati. Rischi di alterare le difese naturali della cute che sarà più esposta ad eventuali infezioni. Il sebo sulla pelle non è un optional e non ha nulla di schifoso: è una barriera fondamentale per preservare la salute dell’epidermide. In special modo quando fa freddo. Lavare il viso due volte al giorno (solo se ti trucchi) è più che sufficiente.
  • Detergersi con sola acqua. All’estremo opposto, c’è chi si lava il viso (o addirittura tutto il corpo!) con sola acqua. C’è una categoria di salutisti o di integralisti del naturismo che ritiene giusto evitare il sapone e simili, ritenendo che danneggi la pelle. Questo è sbagliato. La sola acqua non lava nulla. Serve a rinfrescarsi e basta. Serve il sapone (ma ancora meglio il ‘non sapone’, che è meno alcalino) per detergere il sebo in eccesso. In eccesso, appunto. Non tutto il sebo, ma solo il di più e le impurità provenienti dall’esterno. Può lavarsi il viso con sola acqua soltanto chi si è già lavato o struccato la sera prima.
  • Passare lo shampoo sui capelli due o tre volte. Anche questo è un errore dovuto ad eccesso di pulizia. Passare lo shampo una volta, di regola, è sufficiente, due volte solo se sono veramente molto sporchi. Quando lo shampo sta facendo molta schiuma, vuol dire che stai aggredendo le naturali difese del cuoio capelluto. Fermati.
  • Fare lo scrub tutti i giorni. Questa pratica, diffusissima, è deleteria per la pelle. Lo scrub è una pratica aggressiva che andrebbe evitata. Anche lo scrub ‘fai da te’, non c’è alcuna differenza con quello industriale. Non serve a pulire, ma solo a sgrassare (in apparenza) cioè ad indebolire la pelle. Un buon compromesso è farlo 2/3 volte al mese. E dev’essere delicatissimo, ma proprio delicatissimo. E vale anche per il corpo! Meglio una passata di spugna un pò più vigorosa.
  • Igiene intima più volte al giorno. Errore madornale. I genitali hanno un ph acido (più del resto del corpo) e quindi un equilibrio molto delicato e particolare. Su di essi vive una flora batterica fondamentale per la loro salute. Non insistere con la pulizia e soprattutto evita detergenti sgrassanti. Le parti intime non sono unte! Eccezioni: ciclo mestruale e dopo un rapporto sessuale.
  • Non sopportare i propri brufoli. Ok, qui ti capisco. Nemmeno io sopporto la vista di un brufolo. Non sto dicendo che sia una cosa sana, ma che comprendo la tua ossessione. Un brufolo bianco è antiestetico, inutile negarlo. Si spreme con cautela. Però poi è inutile infierire con le mani, o peggio con le unghie: meglio una puntina di crema per i brufoli. Sui punti neri invece meglio essere intransigente: vanno lasciati in pace. Sono impurità profonde che vanno eliminate con molta gradualità. E qualche punto nero sul naso si perdona anche al peggior nemico.
  • Odiare a morte i propri peli. Passi la depilazione alle gambe, passi quella all’inguine, passi il baffetto. Ma odiare ogni singolo, minuscolo pelo del proprio corpo, è semplicemente folle, ammettilo. Prima eravamo scimmie! Cosa c’è di sbagliato nei peli? I peli sulle braccia sono proprio carini! Quelli sotto le ascelle sono quasi sexy. I peli sono accessori naturali del nostro corpo e svolgono anche delle funzioni, non sono lì a caso. Prima ero ossessionata dalla peluria in eccesso, oggi inizio a pensare che qualche pelo in più sia bello e naturale.
  • Spalmarsi quintali di creme tutti i giorni. Questa è una cosa che proprio non capisco. Entro nei forum o sulle pagine di Facebook e leggo di ragazze/i che usano la crema tutti i giorni e si sentono unte: eppure continuano perchè se no ‘si sentono in colpa’. In colpa di che? Se ti senti unta e non usi la crema la pelle tirerà un sospiro di sollievo e  ringrazierà! La crema serve per ripristinare un equilibrio perduto. Se l’equilibrio è già compromesso all’eccesso opposto (cioè c’è untuosità) a cosa serve la crema? Vale anche per il corpo: le uniche zone che hanno bisogno di un pò più di attenzione sono le gambe ed i piedi, le parti più lontane dal cuore.
  • Usare tonnellate di deodorante/profumo. Evita di profumarti come una ‘maitresse’. E’ dannoso per la pelle, per l’ambiente ed è nauseante per chi ti sta intorno. Il tuo odore naturale (di pulito) è la cosa migliore che possa esistere. Sembra una banalità, ma non lo è. Uno zic di deodorante va più che bene, un antitraspirante in estate è quasi d’obbligo. Sei tra quelli che spendono centinaia di euro per comprare un profumo? E che lo cambiano ad ogni stagione? Forse hai bisogno di guardare dentro te stesso e cambiare rotta.
  • Usare una crema diversa per ogni parte del corpo. Anche questo è un comportamento irrazionale. Mica bisogna credere a tutto quel che dice la pubblicità. Ok ad una crema diversa per il viso ed il contorno occhi, per chi ha la pelle mista. Va bene usare un prodotto esfoliante. Ma che senso ha usare cinque creme diverse per il viso, due o tre per il corpo, una specifica per i piedi, una per le mani, una solo per i talloni, una per il contorno labbra (!) una per le unghie, una per i capelli (sì esiste anche quella), una per collo e decolletè, una per il martedì, una per il giovedì ed una per la domenica…? Bastano due o tre prodotti in tutto.
  • Profumo per i capelli? L’ultimo punto lo dedico ad un ‘maipiùsenza’: esiste un prodotto studiato specificamente per profumare le chiome. E’ il trionfo del superfluo, dell’inutile. Grasso che cola. Qualcuno mi spieghi cos’ha di diverso un profumo per capelli da un profumo qualsiasi. In quale modo è stato formulato per potersi forgiare del titolo di ‘profumo per capelli’? Che ingrediente misterioso contiene? Qualcuno me lo spieghi perchè io non ci dormo la notte.

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Cosa ne pensate delle abitudini odierne di cura di sè?

Alla prossima!

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pauline

2 pensieri su “Quando la cura di sè diventa un’ossessione

  1. Ci vuole equilibrio, in tutte le cose. Ma devo dire che sopporto di più l’eccessiva cura di sé della completa trasandatezza. Ovviamente la cosa migliore sarebbe non eccedere in nulla, in un senso come nell’altro.

    1. Eh già, ma spesso è così difficile trovare un equilibrio 🙂
      Io non sono eccessivamente ‘fissata’ con la cura del corpo (ammetto però di avere un ‘debole’ per pelle e capelli) ma a volte provo una sorta di invidia per le persone non dico trasandate ma tranquille, semplici, che si preoccupano davvero solo dello stretto necessario. Insomma quelle che sfiorano forse la trasandatezza ma che ci guadagnano sicuramente in salute mentale 😀
      Penso sempre a mia nonna che si lavava con acqua e sapone (con la saponetta), non usava creme, faceva lo shampo una volta alla settimana, non si truccava ed a 92 anni aveva una pelle liscia con poche rughe ed ancora tutti i capelli, lunghissimi fino a metà schiena. Li portava intrecciati e raccolti sulla nuca.
      Ah che poesia! 😀

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