I segreti del tensioattivo: cos’è e come sceglierlo

Il tensioattivo in chimica è una sostanza che determina il distacco di grasso e sporco dall’acqua.

In cosmetologia è usato per la detersione e la pulizia.

Quando si sceglie un cosmetico, un ingrediente da tenere in assoluta considerazione è certamente il tensioattivo utilizzato per formularlo.

I detergenti, non solo cosmetici ovviamente, sono i prodotti nei quali vengono principalmente applicati i tensioattivi.

Per definire questo ingrediente mi affido all’autorevole voce di Wikipedia.

Ne ho parlato anche nell’articolo: materie prime cosmetiche.

Tensioattivo: significato della parola

“I tensioattivi sono sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido, agevolando la bagnabilità delle superfici o la miscibilità tra liquidi diversi. Una molecola di tensioattivo viene schematizzata da una “testa idrofila” a cui è legata una “coda idrofoba”.

Ecco come, detto in parole povere, i detergenti tolgono lo sporco dalla nostra pelle (e non solo).

La testa idrofila del tensioattivo si attacca all’acqua (idrofilo vuol dire appunto “amante dell’acqua”), mentre la coda idrofoba (che viene cioè respinta dall’acqua) la rigetta e si attacca alle parti grasse (lo sporco).

Insieme con essa va via lo sporco che si è attaccato.

I tensioattivi, in base alla loro diversa struttura chimica, servono a:

  • Bagnare
  • Fare schiuma
  • Detergere
  • Emulsionare
  • Miscelare.

Tensioattivo naturale

 Polyglyceryl 4-caprate - Solubilizzante
Polyglyceryl 4-caprate – Solubilizzante
La Saponaria

 

Shampoo con tensioattivi delicati

Shampoo Capelli Stressati con Castagna Bio
Shampoo Capelli Stressati
Officina Naturae

Tensioattivi in cosmetologia

I tensioattivi sono classificati in:

  • Anionici
  • Cationici
  • Anfoteri
  • Non-ionici.
  • Tensioattivi anionici

Sono i più utilizzati perché lavano ‘bene’ e sono economici.

Tra questi vi sono i famosi:

  • Sles (Sodium Laureth Sulfate)
  • Sls (Sodium Lauryl Sulfate)

Il primo è anche abbastanza inquinante (ma non troppo) ed quello più utilizzato per produrre bagnoschiuma convenzionali e nei detersivi per lavare i piatti.

Il secondo è eco bio ma è piuttosto aggressivo se usato da solo (cosa che, comunque, non accade quasi mai).

Sono mal tollerati dalle pelli secchesensibili (ma a nessun tipo di pelle fanno bene), perché possono causare fenomeni irritativi e tendono a seccare la pelle.

In assoluto, il più aggressivo è l’Ammonium Lauryl Sulfate, ma anche in questo caso, se abbinato ad altri tensioattivi, diventa molto più delicato.

Degli Sles e con desinenza in ‘th’ (derivazione petrolchimica) sono i vari sodium coceth sulfate, sodium pareth sulfate, magnesium laureth sulfate, ecc.

Non tutti i tensioattivi anionici (ne esistono diverse sottocategorie) sono inquinanti e/o aggressivi per la pelle.

Ad esempio i saponi ed i saponi modificati: anche questi sono tensioattivi anionici.

Da leggere: bagnoschiuma con buon inci

  • Saponi

Sono conosciutissimi (decine di anni fa si usavano solo questi!), ma è noto che, pur essendo totalmente naturali e quindi biodegradabili, possono alterare il ph della pelle (che è leggermente acido) e quindi, a lungo andare, squilibrarla ed indebolirla.

Se proprio piacciono, meglio scegliere quelli surgrassati con olio d’oliva.

 

Sapone Naturale Cocco & Oliva - Calendula
Sapone Naturale Cocco & Oliva
Tea Natura
  • Saponi modificati

Sono, come i classici saponi, perfettamente biodegradabili e meno aggressivi per la pelle.

Sono, ad esempio, gli etero-saponi:

  • Lipoproteine (es. potassium olivoyl hydrolyzed oat protein)
  • Acilglutammati (es. Disodium cocoyl glutamate)
  • Sarcosinati  (es. Sodium Lauroyl Sarcosinate)

Sono naturali, vengono estratti da alcune piante (cocco, oliva, grano, ecc) e sono molto ben tollerati dalla pelle.

Alcuni hanno un buon potere schiumogeno (altri meno) e tutti lavano in modo delicato (che a volte, purtroppo, significa ‘poco’).

Sulfosuccinati (es. Disodium Lauryl Sulfosuccinate) hanno un’ottima compatibilità cutanea e vengono usati spesso insieme ad altri tensioattivi anionici più aggressivi per mitigarne l’azione.

Alcuni hanno una parte petrolchimica (desinenza ‘th’), quindi sono meno buoni dal punto di vista ecologico.

Esempio: Disodium laureth-6 sulfosuccinate.

Gli etero-saponi vengono utilizzati sia nella cosmetica convenzionale (di solito abbinati ad altri ) che da soli nella cosmetica biologica.

  • Tensioattivi cationici

Non sono usati nei detergenti perché non hanno né potere lavante, né potere schiumogeno.

Sono utilizzati nei cosmetici ad effetto condizionante, soprattutto per i capelli, perché ne eliminano la carica elettrica.

Quindi si ritrovano in alcuni shampoo e soprattutto nei balsami e nelle maschere per capelli.

Di solito sono sali d’ammonio quaternari (come il cetrimonium chloride, diffusissimo nei balsami) e quindi sono tossici per l’ambiente acquatico e per nulla biodegradabili.

Vanno preferiti a questi, balsami e maschere con gli esterquat: in inci si trova, ad esempio, dicocoilethyl hydroxyethylmonium methosulfate.

Da leggere: balsami con buon inci

  • Balsamo capelli con esterquat

Avena - Balsamo
Avena – Balsamo
Bjobj
  • Tensioattivi anfoteri

Sono le famose betaine:

  • Cocamidopropyl betaine
  • Dodecyl-betaine
  • Lauromidopropyl betaine

Piuttosto schiumogeni ma non molto lavanti. Usati da soli sono molto aggressivi, molto meno in combinazione con altri tensioattivi. Vengono anche usati in combinazione con gli anionici allo scopo di ridurne l’aggressività.

La cocamidopropyl betaine, un tempo a pallino giallo sul Biodizionario, in quanto si pensava fosse più inquinante dei tensioattivi anionici (come ad esempio il famigerato Sles), è adesso a pallino verde, in quanto un comprovato ingrediente innocuo.

Tra i tensioattivi anfoteri ci sono anche gli alchilanfoacetati (es. disodium lauroanphodiacetate) e tutti quelli con desinenza in ‘ate’:  più delicati delle betaine sulla pelle. Anch’essi sono schiumogeni.

Alcuni sono segnalati a pallino giallo o rosso sul Biodizionario perché inquinanti.

Da leggere: Shampoo non aggressivo

  • Tensioattivi non-ionici

Tra questi vi sono i più delicati ed anche quelli più frequentemente usati nei cosmetici destinati ai bambini.

Anche questi spesso vengono abbinati a tutti gli altri tipi di tensioattivi per mitigarne l’aggressività.

I tensioattivi non-ionici, comunque, non sono sempre sinonimo di delicatezza ed ecologia.

Anche in questa categoria possono esserci sostanze più o meno irritanti ed inquinanti.

I più delicati e biodegradabili sono gli alchil glucosidi.

Tra i più utilizzati:

  • Coco-glucoside
  • Lauryl glucoside
  • Decyl glucoside.

Esteri del saccarosio:

  • Sucrose laurate
  • Sucrose tristearate.

Altri sono meno biodegradabili e più irritanti, come:

  • Alcoli etossilati (es. laureth 20)
  • Derivati del sorbitolo che comunque sono delicati (es. polysorbate 40)
  • PEG ( es. PEG 150 distearate)
  • Alcanolammidi  (sono biodegradabili ma vengono ottenuti alcanolammine che sono tossiche (es. cocamide dea, cocamide tea).

Spero di essere stata esaustiva sul significato di tensioattivo.

Scopri anche i detersivi bio ed ecologici

Alla prossima!

Come Avere Una Bella Pelle

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pauline

3 pensieri su “I segreti del tensioattivo: cos’è e come sceglierlo

  1. Ciao! Ho letto il tuo articolo e l’ho trovato molto interessante. Sono alla ricerca di un detergente non aggressivo per il mio viso disidratato ed informandomi sonno arrivata a capire che devo trovarne uno con tensioattivi anfoteri.
    Avrei una domanda. I tensioattivi naturali che hai citato si inseriscono in una categoria (anfoteri, anionici, ..) o sono una categoria a parte?
    Grazie mille!!

    1. Ciao Daniela, i tensioattivi utilizzati nella cosmesi eco bio appartengono alle stesse categorie dei tensioattivi inseriti nelle formule tradizionali.
      Anche i tensioattivi non ionici sono molto delicati, adatti alla pelle secca e sensibile.

      Grazie a te! 🙂

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